La Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra trae origine dal lascito testamentario di Severino Navarra negli anni ’20. Nel 1923 viene eretta ad Ente morale e si ha l’approvazione del primo Statuto.
Originariamente la Fondazione nasce come Scuola di Agricoltura che sorge nel 1926, ma alcune circostanze portano alla chiusura di essa, pur continuando saltuariamente l'attività didattica del Centro sotto forma di corsi ambulanti di istruzione e di sperimentazione agraria fino a che vicende amministrative e quindi la guerra impediscono ogni iniziativa al riguardo.
Dopo la guerra, ripristinato l'assetto, viene reinsediato il Consiglio di Amministrazione con a capo il Presidente Conte Scroffa, che durato in carica fino al 1951, ha il merito di riattivare una sana amministrazione e di portare a buon punto il risarcimento dei danni di guerra i quali, data la vastità e diversa ubicazione topografica dei beni della Fondazione, sono gravi e molteplici.
Nel 1953 la Fondazione da vita all'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l’anno successivo viene riattivata la funzione didattica dell'Istituto.
Nel 1955 è nominato Preside il prof. Ciro Guidorzi, che viene ricordato per il suo impegno che oggi chiameremmo un "modello didattico" per un istituto di cui esistono ben pochi esempi; un modello funzionale al riscatto di quella generazione di braccianti e operai che costituirà la popolazione della nuova scuola desiderosa di entrare profondamente nel territorio.
L’Istituto viene statizzato nel 1964 e assume il titolo di "Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura F.lli Navarra". Lo Stato assume le spese per il personale docente e di segreteria, mentre la Fondazione continua a sostenerne le spese generali e di funzionamento.
Nell'anno scolastico 1970-1971 il Ministero attiva il corso per Agrotecnici che consente la prosecuzione degli studi dopo la Qualifica fino ad un esame di Maturità, con diritto di accesso alla stessa Università. Negli anni 1972-73 le iscrizioni degli alunni aumentano in un anno complessivamente da 361 a 478, per divenire successivamente 700, nel 1980. Si assiste ad un grande sviluppo della scuola che per numero di studenti e qualità di formazione viene riconosciuta come una delle più importanti nel territorio.
A fronte dell'aumento delle iscrizioni e quindi delle spese a carico per la Fondazione per il funzionamento dell'Istituto, si verificano diversi fatti negativi, come la diminuzione delle rendite sia quelle derivanti dalla conduzione in economia, sia quelle derivanti dai ca. 750 ettari di terreno agricolo concessi in affitto a terzi coltivatori diretti ed a industriali. In definitiva si presume l'impossibilità di provvedere alle spese per l'Istituto e per il Convitto con le sole rendite derivanti dal patrimonio agricolo della Fondazione e senza l'intervento del settore pubblico ed in particolare dell'ente locale che per legge dovrebbe essere tenuto a sostenere le spese di gestione per l'Istituto.
Con l'aumentare degli iscritti, nasce l'esigenza di una nuova e più grande struttura scolastica. Viene progettato un edificio dalla capienza di ca. 750 studenti, con aule di fisica, chimica, aule a gradoni, sala riunioni, sala biblioteca ecc.
I lavori, iniziati nel 1979 vengono completati nel 1982, quando il 12 giugno le Autorità cittadine, regionale e nazionali, prendono parte alla cerimonia di inaugurazione del nuovo Istituto costruito sempre a Malborghetto di Boara.
Nel 1986 il Parlamento approva la legge che istituisce l'Albo Professionale degli Agrotecnici. Ciò consente una reale parità con i Periti Agrari.
Le Presidenze negli anni '80 sono di breve durata, e sono affidate a persone esterne al territorio quando non alla stessa pratica professionale.
Contestualmente la comunità ferrarese diventa sempre più distratta nei riguardi dell'Agricoltura. Con tutta la buona volontà, questi dirigenti non riusciranno ad impedire un progressivo scollamento della scuola dal tessuto circostante, e lo stesso rapporto con la Fondazione si ridurrà a contatti di routine.
In pratica l'Istituto segue le vicende nazionali delle Scuole per l'agricoltura il cui declino non è determinato dall'assenza di richiesta, ma dalle diverse attese di un mondo giovanile e da una società attratta da immagini sociali di inurbamento e di globalizzazione.
Per contro questi fenomeni socio-economici fanno seguito a processi di sfruttamento agricolo intensivo con un processo di specializzazione tecnologica nella coltivazione tale da creare un vuoto di collegamento esistenziale tra agricoltore e produzione, divenendo dominante l'aspetto distributivo e le leggi del mercato globale rispetto all'identità personale nel processo produttivo.
Negli anni novanta comincia a farsi strada la coscienza ambientale della Fondazione, tant’è che viene avviata una indagine statistica tesa a rilevare in ambito provinciale l'impatto dei fitofarmaci sulla salute degli operatori e sull'ambiente circostante. A condurla sono il Servizio multinazionale di prevenzione delle Usl di Ferrara insieme a una parte degli studenti del Navarra, seguiti da alcuni docenti.
I risultati dell'indagine vengono presentati a un convegno presso il Centro Operativo Ortofrutticolo cui partecipano insegnanti del Navarra, operatori delle Usl, docenti universitari e rappresentanti delle istituzioni cittadine.
Nel 2004 la Fondazione inizia due percorsi importanti che la vedranno protagonista sulla scena nazionale ed internazionale per il settore agricolo e ambientale.
Da un lato la Fondazione decide di intraprende il percorso della Registrazione Emas e delle certificazioni di prodotto agro-alimentare UNI EN ISO, che vede superare positivamente la prima verifica nel 2007, e dall’altro lato viene realizzato adiacente all’Istituto Tecnico un impianto sperimentale di frutticoltura il “Frutteto Dimostrativo” dove gli studenti hanno la possibilità di verificare in campo le principali innovazioni tecnologiche.
Ad oggi migliaia di visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, America latina, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Russia, Paesi bassi, Austria, Africa ecc. hanno visitato il Frutteto dimostrativo, attratti dall’elevato contenuto tecnologico.
Dopo gli eccellenti risultati del Frutteto Dimostrativo, la Fondazione ha voluto replicare la filosofia della ricerca e della sperimentazione anche nelle colture estensive e nelle orticole e nel biologico. Competenze interne e sinergie in essere con Università ed Enti di ricerca consentono all’Ente di riproporsi in maniera autorevole, quale punto di riferimento per le attività sperimentali e dimostrative, in diversi settori dell’agricoltura.
Per le quattro aree di ricerca, frutticola, erbacea, orticola e biologica, la Fondazione Navarra ha istituito rispettivamente una Commissione Tecnica di esperti del settore, allo scopo di confrontare diverse tecniche colturali in relazione ai diversi sistemi gestionali e alle diverse “misure agro-ambientali” imposte per il prossimo futuro dalla Comunità Europea; essi intendono valutare e sperimentare diverse pratiche colturali eco-compatibili (tecniche a basso impatto ambientale), con particolare attenzione agli aspetti economici della loro applicazione, e infine concentrarsi nello studio della lotta agli agenti patogeni delle Grandi Colture. Dal 2016 è stata istituita la commissione tecnica per le colture biologiche per seguire il progetto dell’azienda biologica del Borgo Le Aie.
Schema Commissioni attività sperimentali della Fondazione Navarra
In tutte le attività di ricerca e di sperimentazione la Fondazione divulga il proprio know-how acquisito in campo attraverso visite guidate ai campi sperimentali, convegni, giornate tecniche e costituzione di un archivio di informazioni sperimentali a carattere applicativo, consultabile da studenti e tecnici del settore.