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Frutticoltura, le nuove varietà - attenti ai rischi di produzione

Frutticoltura

Gli esperti Michele Mariani e Alessandro Zago dell’ufficio tecnico della Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra mettono in guardia da un eccesso di coltivazione per prodotti non testati

L’introduzione di nuove varietà viene ritenuta da alcuni operatori del settore la soluzione alla crisi in cui versa ormai da alcuni anni la Pericoltura Ferrarese.

Anche secondo noi lo può essere a patto che le Cultivar, prima di essere proposte agli agricoltori, vengano testate per più anni ed in modo imparziale sia Tecnicamente (sia nella fase di campo sia in post-raccolta) che Commercialmente.

L’indagine tecnica di campo volta a sviscerare problemi, difetti e virtù della novità dovrebbe essere condotta esclusivamente nelle Stazioni Sperimentali; chiaramente questo lavoro richiede anni ed investimenti che non tutti gli Editori o detentori dei Brevetti varietali intendono soddisfare.

Nel caso del Pero le cose più importanti che devono essere valutate in campo sono il livello di Disaffinità nei confronti del cotogno e di conseguenza l’individuazione della miglior combinazione di innesto, la sensibilità alle malattie fungine e la fertilità naturale; in contemporanea serve un’analisi di come si conserva e quale sia il gradimento del consumatore.

Capita spesso però che i titolari delle ‘novità’ per accorciare i tempi di valutazione saltino le Stazioni e conducano verifiche empiriche presso agricoltori o vivaisti volenterosi ma non così specializzati in attività sperimentali; così facendo, secondo noi, i rischi per i primi frutticoltori che investono nell’innovazione sono alti.

5% La percentuale massima di superficie coltivabile consigliabile da destinare a nuove proposte per evitare eccessivi rischi

Come può difendersi in questi casi il Frutticoltore che vuole comunque testare le novità che non sono state valutate in modo completo? L’unica possibilità di ridurre il rischio è quella di destinare alle nuove proposte non ben testate al massimo il 5% della superficie a frutteto (un’azienda con ha 10 ha di frutteto non dovrebbe destinare più di 0,5 ha alle novità).

Per concludere si riporta un esempio concreto che dovrebbe servire da monito a tutti gli operatori del settore.

Nei primi anni 2000 la varietà Carmen è stata proposta dalla maggioranza dei vivai in combinazione con il cotogno (diretta o con intermedio) salvo poi dimostrarsi molto disaffine con lo stesso; la maggioranza di questi impianti è già stato estirpato o comunque ha un’efficienza produttiva ridotta (piante morte o alberi che non sono in grado di fare ‘nuova vegetazione’).

Un passaggio per i Centri Sperimentali avrebbe certamente allungato i tempi di lancio della varietà ma avrebbe chiarito a tutti che la combinazione con il cotogno era da evitare…; anche in questo caso solo i frutticoltori più lungimiranti che hanno rispettato il 5% si sono ‘salvati’.

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