Mercoledì 27 settembre si è svolta la Giornata Tecnica che la Fondazione Navarra ha organizzato in collaborazione con il Consorzio MelaPiù.
Il Consorzio, nato a Ferrara nel lontano 1994, si occupa di valorizzare le mele Fuji prodotte in Pianura.
Dopo i saluti del Presidente della Fondazione Nicola Gherardi Ravalli Modoni e del Presidente del Consorzio MelaPiù Matteo Mazzoni sono iniziati i lavori.
Nel primo campo prova, presentato da Alessandro Zago, sono stati messi a confronto 7 diversi Cloni di Fuji al fine di stabilire il migliore per calibro, cosmesi e soprattutto colore; l’impianto è del 2017 ed il portinnesto M9 per tutti tranne che per un clone spur per il quale è stata prevista anche la soluzione su Pajam2. Le diverse tesi in prova sono state apprezzate dai circa 40 esperti presenti; è doveroso segnalare il consueto vantaggio di colorazione del clone spur che però è soggetto ad una fortissima sensibilità all’alternanza.
Michele Mariani ha poi presentato un campo finalizzato a valutare come 3 diverse strategie di diradamento chimico adottate nel 2022 abbiano influenzato il ritorno a fiore nel 2023; la tesi con solo Benziladenina ha consentito un’ottima produzione nel ’22 ma uno scarsissimo ritorno a fiore nel ’23, quella con Metamitron anticipato (9 mm) ha sovra diradato nel 22 e ha chiaramente assicurato un’ottima fioritura quest’anno, mentre la terza soluzione, che prevedeva Benziladenina seguita da Metamitron ritardato (15 mm), ha fornito il risultato migliore garantendo produzione accettabile nel 22 e una buona fioritura nel 23.
Uno degli ‘storici’ difetti di Fuji è la presenza di microlesioni sulla buccia; avere piante con apparato radicale più efficiente nella raccolta di acqua dal terreno potrebbe ridurre questo difetto. Per verificarlo l’Ufficio Tecnico della Fondazione ha impiantato, nel 2020, un Campo Sperimentale nel quale valutare 4 portinnesti diversi dall’M9, qui utilizzato come testimone. Tutto il materiale vegetale piantato è stato fornito dal CIV. I primi risultati sperimentali, dopo 2 anni di raccolta dati dai tronchi confermano che 3 di queste ‘radici’ inducono una maggiore vigoria rispetto all’M9; la raccolta dei dati relativi alla cosmesi dei frutti inizierà quest’anno. La visita al campo ha confermato anche visivamente la dimensione superiore degli alberi innestati su almeno 3 dei 4 portinnesti a confronto con l’M9.
Luca Davì ha infine guidato il gruppo ad assistere alla sfogliatura pneumatica eseguita con una macchina defogliatrice. Lo scopo è chiaro: eliminare le foglie al fine di esporre i frutti alla luce per aumentarne la colorazione. Per ottenere il massimo risultato è indispensabile che il frutteto sia allevato in parete visto che il raggio di azione della macchina verso la chioma non va oltre 40 cm. Il test invece è stato volutamente condotto su Fuji gestita a Solaxe considerando la ‘popolarità’ di questo sistema; come era lecito attendersi il risultato visivo non è sembrato soddisfacente ma solo tra qualche giorno si potrà giudicare in modo completo l’eventuale incremento di colore ottenuto nella parte sfogliata rispetto al testimone lasciato intonso.