L’esecuzione di un nuovo impianto richiede una pianificazione di lungo periodo e consistenti investimenti. Proprio per questo nulla dovrebbe essere lasciato al caso.
Chiariamo subito che è assolutamente indispensabile progettare un frutteto misto cambiando varietà ogni 4 file; in alternativa si possono piantare 4 file della varietà principale e 2 file di quella impollinante.
La preparazione del terreno dovrebbe iniziare già in autunno eliminando, in caso di ristoppio, le radici che fungono da substrato per i funghi patogeni presenti; la concimazione organica e/o minerale si giustifica solo in caso di forte carenza.
La struttura portante deve essere tale da costruire impianto alto per far stancare le piante vigorose e difendersi parzialmente dal gelo; scegliere pali di cemento di 5 m, posizionare subito 4 fili e proteggersi con rete antigrandine grigio o nera.
Indipendentemente dalla varietà la distanza tra le file deve essere di almeno 4 m, larghezza ideale sia dal punto di vista fisiologico (importanza della luce) che logistico (interfila universale nel caso si cambi varietà o anche specie); sulla fila invece lo spazio minimo tra una pianta e l’altra è 1,5 mt.
L’impianto di irrigazione va posizionato prima di piantare e ad oggi il sistema a goccia rimane la soluzione più sicura anche se i microjet potrebbero rappresentare una valida alternativa garantendo una parziale protezione antibrina.
Le giovani piante vanno messe a dimora solo dopo aver controllato lo stato sanitario e il rispetto delle caratteristiche richieste al vivaista; devono essere immerse in acqua per 1-2 giorni allo scopo di reidratarle, il punto di innesto deve rimanere 15 cm fuori terra ed infine, subito dopo la messa a dimora, è necessario irrigare.
La potatura all’impianto dipende dalla forma di allevamento che si vuole impostare, dal materiale vivaistico e dalle condizioni del terreno.
Nel caso di astoni ramificati e combinazioni vigorose in terreni vergini e/o ben preparati si dovrebbe lasciare intera la cima, selezionare i rametti e richiamare il palco di base.
Al contrario, se partiamo con astoni più o meno lisci, combinazioni poco vigorose, ristoppi o terreni mal preparati è necessario intestare le piantine.
A cura di Michele Mariani, agronomo della Fondazione per l'Agricoltura F.lli Navarra e di Alessandro Zago, tecnico della Fondazione per l'Agricoltura F.lli Navarra